Le
amministrazioni comunali di Carpiano, Cerro al Lambro, Colturano e Dresano hanno deciso di aderire al Protocollo firmato
dal Ministero dell’Interno e dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani)
che prevede progetti di accoglienza per chi ha richiesto o già ottenuto lo status di protezione internazionale (e
quindi accoglienza di secondo livello e solo per chi decide di restare
in Italia). Questi 4 comuni sono gli unici comuni del distretto che non
hanno profughi sul territorio. La soluzione condivisa del progetto permetterà
una più rapida, civile e dignitosa accoglienza per tutti. L’adesione a questo protocollo impedisce l’invio massivo di migranti. Riporto
testualmente dal sito: “La direttiva del Ministro dell’Interno dell’11 ottobre 2016 – relativa
alle regole per l’avvio di un sistema di ripartizione graduale e sostenibile
dei richiedenti asilo e rifugiati sul territorio nazionale attraverso lo Sprar
– prevede una “clausola di salvaguardia” che rende esenti dall’attivazione di “ulteriori
forme di accoglienza” quei Comuni che appartengono alla rete
Sprar o che hanno manifestato la volontà di aderirvi”. Ricordiamoci che a Colturano esiste un albergo
che già una volta è stato oggetto di interessamento da parte della Prefettura
di Milano per collocarvi dei profughi. L’intervento dei sindaci della zona ha
permesso di stoppare l’operazione, ma l’albergo comunque è sempre lì…Non è
l’Hotel Ambra di san Zenone ma la capienza è pur sempre maggiore di 5 o 6
persone, quindi… sempre una spada di Damocle sulla testa). Perché parlo di 5 o 6 persone da accogliere a Colturano?
Perché il protocollo stabilisce come unità di ingresso 2,5 persone per ogni
1000 abitanti. Se si riuscirà ad inoltrare il progetto per fine marzo, i primi
profughi potrebbero arrivare ad agosto o settembre. Partner dei Comuni e di
ASSEMI (Azienza Sociale Sud Est Milano) sarà un ente co-progettatore che verrà
reperito tramite un Bando. Le associazioni del territorio. Caritas, Auser,
Proloco, e società sportive hanno dato la loro piena disponibilità a
collaborare per quanto sarà nelle loro possibilità. Si dovranno reperire un
paio di alloggi; appartamenti sfitti o invenduti messi a disposizione dai
cittadini o da reperire attraverso agenzie immobiliari. Affitto garantito per
tre anni (durata del progetto) e copertura di eventuali danni. L’accoglienza diffusa
in alloggio lascia all’ospite la più ampia autonomia nell’ottica di un più
veloce percorso di inserimento nel tessuto sociale che lo accoglie. è stato definito come training all’italianità. I richiedenti
asilo hanno un progetto individualizzato semestrale, eventualmente rinnovabile
in situazioni particolari, che prevede alfabetizzazione, inserimento lavorativo
e sociale sotto la guida di un tutor. Ogni azione o comportamento non in
coerenza con il “contratto di accoglienza”, fatto sottoscrivere da ogni persona
accolta, può comprometterne la permanenza sul territorio e il suo status di
rifugiato. Nessun migrante appena
sbarcato da un gommone verrà inviato a Colturano. Probabilmente non ci
accorgeremo nemmeno dell’arrivo dei profughi che andranno semplicemente ad
affiancarsi alle circa 160 persone di diverse nazionalità che già vivono a
Colturano. “Dove sono?” mi ha chiesto
una persona profondamente turbata da questo protocollo di accoglienza. “Vedi? Non ti sei accorto di 160 persone e
sei preoccupato di accoglierne 5?” Come qualcuno ha detto in assemblea “(...) questa è un’operazione di estremo
buon senso per un problema inarrestabile. Fare il dovere di uomo verso altri
uomini in estrema difficoltà”.
Il
costo del progetto per il Comune è pari a zero. Il 95% dei fondi sono pubblici
(europei e statali) e il rimanente 5% viene definito “valorizzazione del
personale” intendendo che anche gli ospiti devono metterci il loro impegno
magari in lavori socialmente utili (nel caso dei progetti SPRAR si sono
superati scogli, come quello assicurativo per esempio, che permettono attività
lavorativa in ambito locale). Potrei aver usato termini non corretti e mi scuso
ma credo che in linea di massima ci sia un sunto abbastanza completo di quanto
è stato detto in assemblea.
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